Teletrasporto Uno dei piu' grandi successi della serie di Star Trek, e forse il particolare piu' celebre, e' il teletrasporto. Secondo un sondaggio informale che L.M. Krauss, autore di "La fisica di Star Trek", avrebbe tenuto nella sua universita', la frase "beam me up Scotty" (pressapoco "teletrasportami Scotty") sarebbe piu' popolare del Ketchup per l'uomo medio americano.

Nonostante cio', il teletrasporto rimane a trent'anni dalla sua concezione l'invenzione piu' lontana da una possibile realizzazione delle serie di Roddenberry.

Il funzionamento del teletrasporto e' grossomodo il seguente: il computer aggancia il bersaglio, analizza l'immagine, la smaterializza, la trattiene nei buffer di contenimento che ritardano la trasmissione del flusso di materia per effettuare eventuali correzioni derivanti dalla differente velocita' del punto di partenza e quello di arrivo, dopodiche' il flusso di materia viene spedito a destinazione tramite un fascio di contenimento anulare. Questo trasforma la materia in energia, analizzando ogni singolo atomo e determinandone la posizione, prima di riconvertirla in materia.

Secondo il "principio di indeterminazione" di Heisemberg non sarebbe possibile conoscere l'esatta posizione di un atomo, inquanto questo si sarebbe gia' spostato nel momento stesso in cui iniziamo ad analizzarlo. A questo proposito furono quindi inventati i compensatori di Heisemberg che ovviavano al problema citato precedentemente, di cui non e' a noi noto il funzionamento.

Quando a uno dei supervisori tecnici di Star Trek fu chiesto come funzionavano i compensatori di Heisemberg, questi rispose ironicamente "benissimo grazie". Chiaramente, essendo i compensatori di Heisemberg la soluzione immaginaria ad un problema reale di un'apparecchiatura immaginaria, non e' stato ideato un principio secondo cui potrebbero funzionare (e, secondo le attuali concezioni della fisica, un principio del genere non esistera' mai).   Il loro compito e solo quello di sottolineare che in Star Trek questo problema non e' stato ignorato, ma, per motivi scenici, e' stato immaginariamente superato.

Heisemberg

 

Un grande problema che si dovrebbe affrontare a questo punto e' quello del trasferimento e del immagazzinamento dei dati. Ipotizzando che per immagazzinare i dati relativi a posizione, forma e dimensioni di un atomo basti un kilobyte,  Lawrence M. Krauss, autore de "La Fisica di Star Trek" a questo proposito afferma: Gli Hard Disk pių grandi attualmente disponibili possono contenere circa 10 gigabyte. Se ogni disco ha uno spessore di circa 10cm, disponendo uno sull'altro tutti i dischi attualmente necessari per memorizzare uno schema umano, costruiremmo una pila alta un terzo della distanza che ci separa dal centro della galassia, circa 10.000 anni luce, ossia un viaggio di cinque anni con l'Enterprise a curvatura 9!".

Riguardo la capacita' di memoria dei floppy disk del futuro suggerirei pero' la lettura del nuovo libro di Artur C. Clarke "3001 Odissea Finale", in particolare la fine del capitolo "Istruzione".

3001

Il Cerebrale passo' a Poole   un quadratino, all'apparenza fatto di vetro argentato da un lato: era pių o meno della stessa dimensione dei  dischetti di computer della sua gioventu', ma due volte piu' spesso. [...] non lo sorprendeva affatto che, almeno in superficie, assomigliasse molto ai congegni che aveva conosciuto. Ci sono forme e dimensioni adatte alla maggior parte degli oggetti  comuni della vita quotidiana: forchette e coltelli, libri, strumenti, mobili, e memorie amovibili di computer .

"Qual'e' la sua capacita'?" si informo'."Ai miei tempi , eravamo arrivati a mettere un terabite in qualcosa di simile a queste dimensioni. Sono certo che avrete fatto molto di piu' " .

" Non quanto potrebbe immaginare... ovviamente c'e' un limite dalla struttura stabilita dalla materia. Ah, e che cos'era un terabite? Temo di averlo dimenticato." 

" Vergogna! Kilo,mega, giga, tera... vale a dire bites per dieci alla dodicesima potenza. Poi il Petabite... dieci alla quindicesima... e questo e' il limite massimo a cui sono arrivato."

"Piu' o meno da dove siamo partiti. E' quanto basta a registrare tutto quello che una persona puo' fare durante una vita. "

Era un pensiero sbalorditivo, eppure non avrebbe dovuto essere cosė sorprendente. Il chilo e mezzo di gelatina all'interno del cranio umano non era molto piu' grande della tavoletta che Poole teneva in mano, e in nessun modo avrebbe potuto essere altrettanto efficiente come congegno di memorizzazione: aveva altri compiti da affrontare.

"E non e' tutto" continuo' il Cerebrale. "Con qualche compressione di dati potrebbe immagazzinare non solo i ricordi... ma la persona vera e propria."

"E riprodurla di nuovo?"

"Certo; un semplice lavoretto di nanoassemblaggio."

E cosė glielo avevano detto, riflette' Poole, ma non ci avrebbe mai creduto. Ai suoi tempi sembrava gia' abbastanza meraviglioso che l'intera opera  di un'artista potesse essere memorizzata in un solo dischetto. E ora, qualcosa di non molto piu' grande poteva contenere...l'artista stesso.

Clarke fa anche affermare alla professoressa Indra Wallace che "un teletrasporto come quello di Star Trek non e' ancora stato inventato, ma alcuni scienziati ci stanno lavorando".

Un' altra importante considerazione di Clarke e' che poche delle scoperte del futuro sarebbero comprensibili, prevedibili, o anche solo immaginabili da parte di un uomo della nostra epoca. Alcune potrebbero essere evoluzioni di qualche cosa gia esistente ora, altre potrebbero lasciare stupefatti, ma il funzionamento della maggior parte di esse sara' per noi incomprensibilmente sovrannaturale; spiegare il funzionamento di esse a un nostro contemporaneo sarebbe come cercare di spiegare il funzionamento di un computer ad un uomo del '500.

Certo noi siamo ormai abituati a un' evoluzione tecnologica iperaccelerata, e la maggior parte delle grandi scoperte potrebbero essere gia' avvenute; questo potrebbe in qualche modo aiutarci a immaginare un possibile futuro, ma cio' non toglie che cose ora inimmaginabili potrebbero essere un domani essere realta'.

Lo stesso Asimov diceva che "la maggior parte delle cose immaginate nei racconti di fantascienza saranno un giorno realta' ".

Krauss inoltre dice anche che secondo lui, visto l'attuale rateo di incremento della potenza dei computer, quello dei dati potrebbe non essere piu' un problema proprio alle soglie del 2300, cioe' nel XXIV secolo nel quale sono ambientate le serie di Star Trek.

Il problema che sembrerebbe veramente insormontabile invece e' quello del trasferimento di materia per mezzo di un flusso di energia, come sembrerebbe prevedere lo Star Trek The Next Generation's Manual.

Solo per "smaterializzare" un corpo umano di cinquanta chili al punto di origine, secondo di Krauss, servirebbe un energia di 1000 megatoni, con i danni che tutti possiamo immaginare sull'ambiente circostante. Purtroppo, come ama dire Scott a Kirk, "non si possono cambiare le leggi della fisica", e cio' non sara' possibile neanche fra trecento anni, a meno che non si riesca a trovare una soluzione per aggirarle, cosa assai improbabile. (Questa frase e' stata scritta prima che fosse nota la "teoria dei fotoni gemelli": leggere a fine pagina).

La Fisica di Star Trek (Longanesi & C.) In realta' il teletrasporto e' nato per evitare di far atterrare una nave un poco ingombrante come l'Enterprise in ogni episodio della serie, e soprattutto per evitare le spese degli effetti speciali e dei fondali necessari. Nei primi episodi della serie infatti, non ci si curava granche' del realismo scientifico. Lo dimostra anche il problema dell'accelerazione inerziale che all'inizio fu ignorato completamente (vi si ovvio' ideando gli ammortizzatori inerziali).

Ultimamente, degli esperimenti avvenuti a Zurigo come in Italia sui cosidetti "fotoni gemelli" hanno aperto la strada a una futura realizzazione del teletrasporto. E' stato gia effettuato infatti il teletrasporto per qualche metro di vari fotoni, particelle elementari che, come e' stato visto, a volte sono legate fra di loro, anche se distanti nello spazio e nel tempo, per cui le proprieta' di uno si riproducono sull'altro. Secondo le previsioni degli sperimentatori, le prime applicazioni su delle persone potrebbero essere possibili proprio alle soglie del XXIII secolo, ma prima che sui batteri le prime applicazioni potrebbero essere nel campo dei computer, dove il teletrasporto immediato delle informazioni (impulsi elettrici, fotoni) da un punto all'altro potrebbe portare a velocita' di calcolo inimmaginabili.

Il problema e' che questo metodo non utilizzerebbe gli stessi atomi dell'originale, come avviene in Star Trek, ma  altri identici, creando due copie dell'ogetto o persona teletrasportato, con le immaginabili conseguenze morali. Questa pero' sarebbe una soluzione ai problemi citati prima (indeterminazione, capacita' di immagazzinamento dati...). Non essendo piu' necessario conoscere la posizione di un atomo per teletrasportarlo, questi problemi verrebbero aggirati. Farebbe tutto la fisica!

Teletrasporto Un interessante articolo di Mediamente sull'argomento

Torna all'indice